L’ ARTISTA

SILVIO IRILLI: L’ ARTISTA DEGLI OSPEDALI

Una biografia che sembra la storia di un film, con colpi di scena, cadute e risalite all'inseguimento di un sogno dove l'intraprendenza, professionalità, il talento, la creatività, spirito da imprenditore hanno fatto di SILVIO IRILLI, uno degli Artisti più apprezzati e stimati nel panorama internazionale dell’Arte contemporanea.

1970
DA BAMBINO AVEVO UN SOGNO

Eccomi!
Con le matite. i colori e gli occhi pieni di sogni,
nei primi anni di vita inseguivo il desiderio di diventare pittore.  Le matite erano bastoncini di magia, ogni foglio un mondo nuovo da inventare.
Il telefono, già rosso, riposava sul tavolo come un piccolo faro d’attesa, speravo che suonasse, che portasse con sé richieste, sogni, avventure da dipingere.
Così crescevo in un paese dell’astigiano, Villanova d’Asti, tra il profumo di tempera e il silenzio delle attese,
col cuore che batteva a ritmo di colore, e una sola certezza: che la vita, come una tela, avrebbe avuto senso solo se piena di luce.

1983
LA SCUOLA SBAGLIATA

C’erano i banchi di scuola elementare, le lezioni, le campanelle. Ma l’attesa più grande era sempre per un’ora soltanto: arte. Lì tutto si fermava ,  il tempo, i pensieri, persino il rumore del mondo. Poi arrivò la terza media, e con lei la domanda che fa tremare molti sogni:
“Che scuola sceglierai? Cosa vuoi fare da grande?”
La risposta era chiara, limpida come una macchia di colore appena stesa: “Il pittore.”
Ma la voce dell’adulto, ferma e razionale, tagliò in due quella certezza: “No, lascia stare. Scegli una scuola che ti dia un lavoro.”
E così il sogno si fece piccolo, e prese la forma di un compromesso. Seguì i miei compagni, scelsi la scuola di elettronica, ma i circuiti non conducevano corrente al cuore. Durante le lezioni disegnavo le caricature ai professore.
Un giorno il disegno passò di mano in mano, fino ad arrivare a quella del preside che mi convocò nel suo ufficio, poi un lampo inatteso:
“Hai sbagliato scuola, ragazzo. Tu dovresti disegnare per i giornali, per la Stampa, per Tuttosport…” Una pacca sulla spalla, e una porta che si chiudeva dietro.
Non tornai più a vedere i risultati: sapevo già quale fosse il mio voto.
Nel frattempo andai a fare il lavoro di muratore, con le mani sporche di calce e i sogni pieni di colore per dipingere a fine della giornata.
E poi, finalmente, la scuola giusta. A diciassette anni trovai a Torino la scuola d’arte che speravo: quattro materie soltanto, tutte dedicate al colore, alla luce, alla forma. Tre anni per imparare ciò che il cuore aveva sempre saputo.
Così il sogno del bambino tornò a respirare.

1990 IL MILITARE

Terminata la scuola a 19 anni prima di partire per il militare inviai alcuni disegni di calciatori alla redazione di Tuttosport, il quotidiano sportivo di Torino sognando una pubblicazione un giorno. Partii per il militare: i primi 30 giorni a Savona, e presto la voce dei miei ritratti si sparse tra i compagni. Decine di richieste arrivavano ogni giorno, e persino il tenente colonnello volle congratularsi. A Vercelli, circondato dalle risaie, il mio compito era mettere timbri su montagne di registri. Ma la tentazione di disegnare era troppo forte: dietro una barriera di scartoffie, nasceva ogni ritratto commissionato. Un giorno il maresciallo scoprì il mio talento. Mi portò le foto delle sue figlie chiedendo un ritratto.
Quando glieli consegnai, felice, mi chiese quanto doveva pagarmi.
“Nulla, maresciallo… ma se vuole, mi lasci tornare il lunedì sera invece della domenica.”
E fu così che il mio talento conquistò non solo sorrisi, ma anche piccole libertà tra le righe di un servizio militare.

1991
LA PRIMA PUBBLICAZIONE

Ricordate quando inviai alcuni disegni di calciatori al quotidiano Tuttosport?

Una settimana prima di terminare il militare, a casa mia arrivò una telefonata dalla direzione di Tuttosport: erano interessati a una collaborazione con i miei disegni!

Il sogno inizia nel novembre del 1991: a soli 21 anni sono il primo artista ad avere una mia opera a colori su tutta la prima pagina del quotidiano sportivo Tuttosport, con cui collaborerò per 10 anni.

1996
AQUAFAN, UN SUCCESSO INASPETTATO

Nel 1997 decisi di passare l’estate a Cesenatico, mantenendomi disegnando ritratti e caricature ai turisti. Era però metà luglio, poca gente e poco lavoro. Una mattina vidi un volantino dell’Aquafan di Riccione e mi venne un’idea: proposi al direttore, Claudio Villa, di realizzare caricature gratuite per i visitatori, sponsorizzate dal parco.
L’idea piacque e il giorno dopo ero lì, con cavalletto e matite, alla piscina Onde. Radio Deejay annunciò l’iniziativa e in pochi minuti fui circondato da una folla di persone in attesa di un mio disegno.
Fu un successo: da quel giorno il mio appuntamento ad Aquafan diventò fisso per due estati, con lunghe file di turisti che volevano una caricatura come ricordo della loro giornata.

1998-2000
A SOLLETICO SU RAI UNO

Nel 1998, durante una pausa pomeridiana davanti a “Solletico” su Rai Uno, mentre facevo merenda con pane e Nutella, mi venne un’idea: disegnare un gioco per la trasmissione. Incuriosito, inviai la proposta alla redazione. Dieci giorni dopo mi telefonarono, e da quel momento, ogni martedì e giovedì fino al 2000, divenni il disegnatore ufficiale di Solletico, seguito allora da quasi quattro milioni di telespettatori.

2000
ARRIVA INTERNET!

Una rivoluzione tecnologica era alle porte. Quando scoprii che Internet poteva offrire visibilità alla mia arte, non esitai un istante: aprii subito il mio primo sito web. L’idea che, mentre dormivo, qualcuno dall’altra parte del mondo potesse ammirare le mie opere mi sembrava semplicemente straordinaria.
Ricordate il modem a 56K? Sapevo che quella tecnologia si sarebbe evoluta, e non vedevo l’ora che accadesse. Ero certo che tutto sarebbe diventato più veloce, che i telefoni sarebbero stati a colori e connessi, e che ogni persona, ovunque nel mondo, potesse diventare un potenziale cliente. Questa convinzione mi dava la forza di continuare: sapevo che la “volta buona” sarebbe arrivata.

2003
IL SOGNO SEMBRA FINITO

Fino al 2002 continuai a lavorare per i giornali, poi arrivò una crisi editoriale. Dopo mesi senza pubblicazioni, i soldi finirono: non riuscivo più a pagare affitto e tasse.
Un mattino mio padre (che oggi non c’è più) venne nel mio ufficio e mi chiese di quanto avessi bisogno. “Settecento euro”, risposi. Tirò fuori il libretto degli assegni, me ne fece uno e, sorridendo, disse: “Ocio che non sono una banca… che non diventi un vizio!”

Capì che era tempo di fermarsi. Chiusi l’attività e trovai lavoro in una fabbrica di porte blindate. Mi assegnarono al reparto imballaggi, pericoloso per le mani di un disegnatore. Gli operai mi guardavano increduli: “Ma cosa ci fai qui?”.

Chiesi di lavorare di notte per poter dipingere di giorno. Entravo alle 22 e uscivo alle 6 del mattino; poi, dopo poche ore di sonno, mi mettevo davanti alla tela. Con quello stipendio comprai colori e tele e organizzai una mostra personale a Chieri (TO): fu un grande successo, con la fila di persone ogni giorno davanti alla galleria.

2004
COLPO DI SCENA. ARRIVA LA CHIAMATA DAL PARCO DELLA FANTASIA DI GIANNI RODARI

Dopo un anno in fabbrica, nel 2003 ricevetti una telefonata dal direttore del Parco Gianni Rodari di Omegna: mi proponeva di condurre laboratori d’arte per le visite scolastiche. Era l’occasione per ripartire, lasciai il lavoro a in fabbrica e accettai trasferendomi sul Lago d’Orta, un luogo incantevole.
Con i bambini dipinsi le pareti del parco ispirandomi ai racconti di Rodari e trasformai i laboratori in piccoli spettacoli d’arte. Imparai a capire cosa emozionava davvero i bambini. I miei laboratori aumentarono notevolmente gli ingressi e portarono una nuova visione al parco.
Nel frattempo dipingevo grandi quadri, tra cui ritratti di Marco Pantani e Diego Maradona; il quadro di Pantani venne presentato a Milano e acquistato da un ammiratore.

2006
SEMBRA DI NUOVO TUTTO FINITO MA...

Nel 2006 il contratto al parco non fu rinnovato per tagli di spese e mi ritrovai senza lavoro. Guardando gli ultimi euro sul tavolo, mi venne un’idea: realizzare camerette a tema e murales per bambini. Creai una sezione dedicata sul mio sito e stampai 100 cartoline da distribuire nei locali. Il giorno dopo arrivarono le prime richieste, e in breve divenni il primo sui motori di ricerca, con una media di 150 richieste al mese. La prima cameretta fu a Lodi: in quattro giorni trasformai lo spazio in un ambiente magico, con i clienti entusiasti. Da lì, la nuova avventura decollò: ogni settimana una nuova città, da Firenze a Milano, Roma, Napoli, Torino… e nel frattempo una grande sorpresa era in arrivo.

2006
L'INCONTRO CON MARADONA

Siamo nel 2006, a giugno. Diego Maradona si trovava a Villa Crespi, a Orta, prima di partire per i Mondiali di Germania. Durante il pranzo gli mostrarono sul mio sito il quadro che gli avevo dedicato e lui volle incontrarmi di persona.
Alle 13:20 squillò il telefono: “Signor Irilli, Maradona vorrebbe vedere il suo quadro oggi a Villa Crespi, può venire?” Abitavo a Omegna, venti minuti di distanza. Caricai il quadro nella mia Peugeot 306, ma non entrava: un fioraio mi prestò il suo furgone e partii verso l’hotel.
All’arrivo, centinaia di persone erano fuori ad attenderlo: la folla si aprì e io entrai con il furgone. Scaricammo il quadro e poco dopo Maradona entrò nella stanza: con un sorriso e il sigaro in mano disse “Grandiosooo!!” quando sollevai il telo.
Autografò l’opera e ammirò i dettagli mentre io gli raccontavo le difficoltà per portare il quadro fino a lui, facendolo ridere. Fu un pomeriggio speciale, Mondiale, dove mi colpirono la sua umiltà e l’altruismo. Ci salutammo con un abbraccio che non dimenticherò mai.

2008
LA GRANDE OPERA ALL'ACQUARIO DI ATLANTA

Nel 2007 ricevetti una chiamata dagli Stati Uniti: un agente italo-americano aveva visto i miei murales a tema marino e mi propose di dipingerne uno nel Georgia Aquarium di Atlanta, il più grande acquario del mondo. Accettai subito e realizzai un piccolo murales vicino a una scalinata per le visite scolastiche, riscuotendo grande successo tra giornali e televisioni. locali. Entrando dall’ingresso principale, notai il soffitto enorme di oltre 300 mq a forma di onda azzurra e proposi di trasformarlo in un’installazione emozionale per i quasi 3 milioni di visitatori annuali. Sei mesi dopo mi richiamarono: “Sei pronto a tornare ad Atlanta?” Risposi di sì. Nell’aprile 2008 iniziai a dipingere il soffitto con la piattaforma mobile, creando l’“Acquario nel cielo” che rifletteva tutto l’acquario sopra le teste dei visitatori. Completai l’opera in 40 giorni, sorprendendo tutto il personale. Durante la cerimonia finale, il presidente dell’acquario, Bernie Marcus, mi accolse con grande calore: “Silvio, sei un grande! Grazie per aver portato il tuo talento nella nostra città.” In sua presenza, firmai il mio lavoro sotto l’opera completata.

2011 LA RICHIESTA DAL POLICLINICO GEMELLI DI ROMA

Tornato in Italia, continuai a dipingere murales per privati, finché nel 2011 ricevetti una mail dal dott. Luca Tagliaferri del Policlinico Gemelli di Roma: mi chiedeva di trasformare un piccolo corridoio del reparto di Radioterapia Oncologica con il tema del mare, delfini e tartarughe. Accettai, a condizione che l’opera fosse finanziata tramite raccolta fondi e non a carico dell’ospedale. In quindici giorni, grazie a uno spettacolo teatrale organizzato dall’associazione Romanini, furono raccolti i fondi necessari. Durante la visita al reparto, vidi i bunker grigi della radioterapia e proposi di tematizzarli per offrire ai pazienti e ai medici un’esperienza più accogliente. La campagna di crowdfunding ebbe grande successo e due mesi dopo il primo bunker fu completato.

2012
NASCE IL PROGETTO OSPEDALI DIPINTI

Vedendo i bambini malati di cancro affrontare non solo la malattia ma anche l’esperienza dei reparti grigi, decisi di creare un progetto dedicato: Ospedali Dipinti (www.ospedalidipinti.it). Le pagine social ebbero subito grande riscontro e il sito veniva aggiornato costantemente.
Ogni anno al Policlinico Gemelli aggiungevamo un nuovo bunker a tema, fino a trasformare il progetto nel programma Gemelli A.R.T. (Advanced Radiation Therapy), presentato alla stampa internazionale nel 2017. In 12 anni oltre 10.000 mq di ospedali sono stati decorati in 36 strutture in tutta Italia, tra cui Policlinico Gemelli di Roma, Gaslini di Genova, Ospedale Pediatrico Buzzi di Milano, Policlinici di Padova, Messina, Bologna, ospedali di Salerno, Taranto, Lecce, Napoli, Brescia, Mantova, e strutture pediatriche di Parma, Alessandria e Chieri.

2024 OSPEDALI DIPINTI RACCONTATO NELLE SCUOLE

Oggi racconto il progetto Ospedali Dipinti nelle scuole elementari e nei licei, raccontando ai bambini e agli adolescenti come l’arte possa trasformare gli spazi, portare conforto e sostenere chi affronta momenti difficili. Con le mie storie e i miei esempi e un laboratorio a sorpresa, cerco di trasmettere un messaggio di sensibilità, empatia e creatività, mostrando come anche un gesto artistico possa fare la differenza nella vita degli altri.

2025
OSPEDALI DIPINTI PRESENTATO ALL'ONU DI NEW YORK

L’11 giugno 2025 ho avuto l’onore di essere invitato dal Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, a presentare il progetto Ospedali Dipinti all’ONU di New York. Salire su quel palco, davanti a rappresentanti di tutto il mondo, è stata un’emozione incredibile: poter raccontare come l’arte possa portare conforto, colore e umanità nei reparti ospedalieri è stato un momento di grande orgoglio e responsabilità. L’iniziativa ha riscosso grande interesse e apprezzamento internazionale, confermando che un progetto nato dal desiderio di aiutare i bambini e le famiglie può avere un impatto globale, trasformando spazi e vite con la forza dell’arte.

“Quando ero bambino avevo un sogno: oggi dipingo un sogno per i piccoli pazienti perché un ambiente che emoziona e che rilassa è parte della cura e il paziente è soprattutto una persona”

SILVIO IRILLI Artista e Fondatore di Ospedali Dipinti

IL SOGNO CONTINUA...